Autore: Alberto Cossu – 30/05/2025
Il Caucaso Meridionale: il crogiolo geopolitico e il ruolo dell’Italia
Alberto Cossu
Il Caucaso meridionale è un importante snodo politico ed economico eurasiatico, poiché le sue reti di trasporto hanno il potenziale per facilitare gli spostamenti attraverso il continente. Il controllo del Caucaso meridionale garantisce l’accesso al Mar Nero e al bacino del Mar Caspio, fungendo da porta d’accesso all’Asia centrale e al Grande Medio Oriente. Data la sua importanza strategica, potenze regionali come Russia, Turchia e Iran si contendono l’influenza nel Caucaso meridionale da secoli.
Negli ultimi anni, la domanda di corridoi di trasporto alternativi è aumentata a causa della guerra in Ucraina in corso, delle sanzioni contro la Russia, dei conflitti nella regione dell’Asia occidentale (Medio Oriente) e delle conseguenti difficoltà con le rotte di approvvigionamento tradizionali come il Canale di Suez. Di conseguenza, il Caucaso meridionale ha acquisito un’importanza sempre maggiore come collegamento tra Asia, Europa e Russia.
Allo stesso tempo, la regione ha sperimentato l’instabilità dovuta a conflitti etnici e guerre. La Russia ha storicamente avuto la maggiore influenza tra i tre attori regionali. Tuttavia, dopo la guerra del Nagorno-Karabakh del 2020 – che nel 2023 ha portato al controllo totale dell’Azerbaigian sulla regione, allo sfollamento forzato della popolazione armena, e al successivo ritiro delle forze di peacekeeping russe nella primavera-estate del 2024 – l’influenza della Russia e il suo ruolo di fornitore di sicurezza sono diminuiti. Ciò ha portato a un vuoto di potere, che diverse potenze regionali, principalmente la Turchia, stanno cercando di colmare. La situazione ha anche creato condizioni favorevoli per nuovi attori al di fuori della regione.
Partendo da questo contesto verranno descritti alcuni possibili scenari geopolitici che potranno svilupparsi nella regione del Caucaso, lo faremo analizzando gli interessi delle principali potenze internazionali – Stati Uniti, Russia, Turchia, India, Israele, Iran, l’Unione Europea e l’Italia – per delineare le probabili traiettorie future dell’area.
I. Panorama Geopolitico Attuale e Dinamiche Chiave
L’elemento più determinante del panorama geopolitico attuale nel Caucaso Meridionale è il conflitto tra Armenia e Azerbaijan per il Nagorno-Karabakh. La decisiva vittoria militare dell’Azerbaigian nel settembre 2023, che ha portato alla piena reintegrazione del Nagorno-Karabakh, ha alterato fondamentalmente le dinamiche di potere regionali[1]. Questo esito ha rafforzato notevolmente la posizione dell’Azerbaigian e approfondito la sua alleanza strategica con la Turchia, mentre allo stesso tempo ha eroso l’architettura di sicurezza tradizionale dell’Armenia, costringendola a una radicale rivalutazione della sua politica estera. L’era post-Karabakh ha innescato intense negoziazioni su questioni critiche come la delimitazione dei confini, il ritorno degli sfollati e, in modo cruciale, la creazione di nuove rotte di trasporto, incluso il corridoio di Zangezur, altamente conteso[2].
L’influenza della Russia, storicamente dominante, si sta gradualmente indebolendo. La guerra in corso in Ucraina ha imposto a Mosca di concentrare risorse economiche e attenzione diplomatica nel suo “estero vicino”[3]. La percepita incapacità o riluttanza a intervenire in modo decisivo negli eventi del Karabakh del 2023 ha danneggiato la sua credibilità della Russia come garante della sicurezza, spingendo Yerevan a cercare attivamente partnership alternative.[4] Questo indebolimento dell’egemonia russa ha creato un vuoto che altre potenze sono desiderose di colmare.
L’assertività crescente della Turchia è innegabilmente una caratteristica centrale del Caucaso contemporaneo. Ankara ha cementato la sua partnership strategica con l’Azerbaigian, fornendo un supporto militare, diplomatico ed economico cruciale. Questa alleanza è un pilastro della più ampia ambizione della Turchia di proiettare influenza verso est, sfruttando i suoi legami con gli stati turchi e promuovendo progetti di connettività regionale. La Turchia ha anche avviato un cauto processo di normalizzazione con l’Armenia, segnalando una strategia regionale più ampia.
La Georgia è attraversata da una polarizzazione politica interna che periodicamente mette a dura prova le sue istituzioni democratiche. Persistono i casi dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud[5].
L’importanza crescente della connettività e dei corridoi di trasporto è un tema unificante per tutti gli interessi regionali e internazionali. Il “Corridoio Centrale” (Trans-Caspian International Transport Route – TITR), che collega l’Asia Centrale, il Mar Caspio e l’Europa attraverso l’Azerbaigian, la Georgia e la Turchia, sta guadagnando una notevole rilevanza come alternativa valida alle rotte controllate dalla Russia[6].Il potenziale di questo corridoio in grado di facilitare il commercio Est-Ovest sta attirando un considerevole interesse dall’UE, dalla Belt and Road Initiative della Cina e da altre nazioni asiatiche.
Inoltre la prospettiva di un’apertura di collegamenti di trasporto e comunicazione diretti tra Armenia e Azerbaijan, spesso indicati come il “corridoio di Zangezur”, può cambiare ulteriormente il futuro di questa regione[7].
Di conseguenza, tutti e tre gli stati del Caucaso Meridionale sono attivamente impegnati in una diversificazione della loro politica estera e delle partnership di sicurezza. L’Armenia, in particolare, sta subendo una profonda rivalutazione delle sue alleanze, cercando attivamente di ridurre la sua dipendenza dalla Russia e di stringere legami più stretti con gli stati occidentali, l’India e l’Iran[8]. L’Azerbaigian, pur rafforzando i suoi legami turchi, bilancia attentamente le sue relazioni con altre potenze principali per massimizzare i suoi guadagni economici e strategici.
II. Interessi delle Principali Potenze
L’interesse primario della Russia è mantenere la maggior parte della sua influenza storica nel suo “estero vicino”, prevenire l’intrusione occidentale, garantire la sicurezza dei suoi confini meridionali e controllare le rotte energetiche e di trasporto che potrebbero bypassare il suo territorio. Le sue tattiche hanno storicamente incluso lo sfruttamento di conflitti congelati, il mantenimento di basi militari (sebbene il loro futuro in Armenia sia sempre più messo in discussione), e la promozione dell’integrazione attraverso organizzazioni come l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) e l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). Tuttavia, la guerra in Ucraina ha limitato la capacità di Mosca di proiettare potenza, costringendola a una postura più reattiva e meno dominante.[9]
Gli obiettivi chiave degli USA includono la diversificazione delle fonti energetiche per l’Europa, il contrasto all’influenza russa e cinese e la facilitazione di una risoluzione pacifica dei conflitti, in particolare tra Armenia e Azerbaijan. Le strategie statunitensi prevedono l’impegno diplomatico, spesso mediando colloqui di pace, fornendo aiuti economici e assistenza alla sicurezza e la promozione di riforme. Gli Stati Uniti hanno aumentato significativamente il loro impegno con l’Armenia mentre Yerevan cerca di allontanarsi da Mosca. E’probabile che l’amministrazione Trump diminuirà l’impegno nell’area.[10]
Gli obiettivi strategici della Turchia includono la proiezione di potere regionale, il rafforzamento della solidarietà turca (con l’Azerbaigian), l’espansione dei legami economici e la sicurezza delle rotte energetiche dal Mar Caspio all’Europa attraverso il suo territorio (es. TANAP, TAP). Ankara fornisce un forte supporto militare e politico all’Azerbaigian, promuove attivamente il Corridoio Centrale e sta cautamente impegnandosi con l’Armenia in un processo di normalizzazione, mirando a un’influenza regionale completa.[11]
Gli interessi dell’India nel Caucaso Meridionale sono principalmente guidati dalla necessità di diversificare le rotte commerciali ed energetiche, in particolare attraverso il Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud (INSTC), che potrebbe collegare l’India alla Russia e all’Europa tramite l’Iran e l’Armenia. L’India cerca anche di contrastare l’emergente asse Turchia-Azerbaigian-Pakistan, che ha implicazioni di sicurezza per Nuova Delhi a causa del supporto storico del Pakistan all’Azerbaigian. Di conseguenza, l’India ha approfondito i suoi legami strategici con l’Armenia, includendo significative vendite di armi e cooperazione economica, pur mantenendo relazioni economiche con l’Azerbaigian.[12]
Israele mantiene una forte partnership strategica con l’Azerbaigian, che funge da importante fornitore di petrolio, un significativo mercato per la tecnologia di difesa israeliana e un prezioso asset di intelligence al confine con l’Iran. Questa robusta relazione di sicurezza ed economica è un pilastro della strategia regionale di Israele. La fornitura di equipaggiamento militare avanzato e addestramento da parte di Israele all’Azerbaigian è stata fonte di preoccupazione per l’Iran e, di conseguenza, per l’Armenia.[13]
Gli interessi strategici dell’Iran includono la sicurezza dei confini, il contrasto alle aspirazioni pan-turche (che vede come una potenziale minaccia alla sua significativa popolazione azera), il mantenimento delle rotte commerciali verso l’Armenia e potenzialmente verso l’Europa (tramite Armenia e Georgia), e la forte opposizione a qualsiasi corridoio (come il “corridoio di Zangezur”, se fosse extraterritoriale e controllato da rivali) che isolerebbe l’Armenia o sarebbe dominato da Turchia e Azerbaijan. L’Iran coltiva legami con l’Armenia e ha espresso forti preoccupazioni per i cambiamenti di confine e la presenza militare straniera vicino ai suoi confini.[14]
L’Unione Europea e i suoi stati membri hanno interessi strategici piuttosto articolati nel Caucaso Meridionale.
Una preoccupazione primaria è la diversificazione delle fonti energetiche e la riduzione della dipendenza dal gas russo. L’UE mira ad aumentare le importazioni dalla regione del Mar Caspio, con il Corridoio Meridionale del Gas (tramite Azerbaijan e Georgia) che è un’arteria critica.[15]
L’UE promuove il Corridoio Centrale come una rotta commerciale vitale e resiliente che collega l’Europa all’Asia Centrale e alla Cina, allineandosi con la sua strategia “Global Gateway” per migliorare l’autonomia strategica e ridurre la dipendenza dalle rotte controllate dalla Russia.[16]
L’UE cerca di contribuire alla stabilità regionale, prevenire l’escalation dei conflitti e rafforzare la sovranità e la resilienza degli stati del Caucaso Meridionale contro le pressioni esterne.
In linea con la sua politica di vicinato, l’UE promuove democrazia, diritti umani, buona governance e stato di diritto attraverso vari programmi e accordi.[17]
L’UE mira a espandere la sua impronta geopolitica e il suo soft power in una regione strategicamente importante adiacente ai suoi confini. Gli strumenti della sua azione includono la mediazione diplomatica (es. nei colloqui Armenia-Azerbaigian), l’assistenza finanziaria, la cooperazione tecnica, il supporto alle riforme, l’attuazione degli Accordi di Associazione (con la Georgia e parzialmente con l’Armenia) e gli sforzi per approfondire le partnership energetiche. L’UE è il più grande partner commerciale per tutti e tre i paesi[18].
IV. Interessi Strategici dell’Italia
L’Italia, in quanto importante stato membro dell’UE e potenza mediterranea, ha interessi strategici specifici e significativi nel Caucaso Meridionale, principalmente guidati dalla sicurezza energetica, dalla cooperazione economica e dalla più ampia stabilità europea.
L’Italia è un importante consumatore di gas naturale dall’Azerbaigian, trasportato tramite il Corridoio Meridionale del Gas, in particolare attraverso il Trans-Adriatic Pipeline (TAP). L’Azerbaigian è attualmente il secondo fornitore di gas dell’Italia dopo l’Algeria, e una parte significativa delle esportazioni di petrolio azero va anche in Italia. Questo rende l’Azerbaigian un partner cruciale nella strategia italiana di diversificare le sue fonti energetiche e ridurre la sua dipendenza storica dal gas russo, una priorità che si è intensificata dall’invasione dell’Ucraina.[19]
L’Italia è attivamente impegnata in discussioni per raddoppiare la capacità del gasdotto TAP, il che rafforzerebbe ulteriormente la sua sicurezza energetica e migliorerebbe il suo ruolo di hub energetico per l’Europa meridionale.[20]
Sebbene gli idrocarburi rimangano fondamentali, l’Italia è anche interessata a cooperare con l’Azerbaigian su progetti di energia rinnovabile, allineandosi con gli impegni climatici globali e gli ambiziosi obiettivi di diversificazione del mix energetico dell’Azerbaigian. Aziende italiane come Ansaldo Energia sono già coinvolte nella modernizzazione dell’infrastruttura energetica dell’Azerbaigian, contribuendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile di entrambi i paesi.[21]
L’Italia si posiziona come il principale partner commerciale dell’Azerbaigian e il suo più grande cliente all’interno dell’Unione Europea. Il volume del commercio bilaterale è sostanziale, trainato principalmente dalle importazioni energetiche ma con una crescente diversificazione in altri settori. Questo forte legame economico è alla base di gran parte dell’impegno diplomatico dell’Italia con Baku.[22]
L’Italia inoltre cerca attivamente di sostenere gli sforzi dell’Azerbaigian per diversificare la sua economia oltre la dipendenza da petrolio e gas. Aziende ed esperti italiani offrono preziosi contributi e investimenti in vari settori, inclusi l’industria manifatturiera, l’agricoltura, le infrastrutture di trasporto e il settore ad alto valore della restaurazione del patrimonio culturale, sfruttando la rinomata esperienza italiana in questi campi.[23]
L’Italia mantiene solide relazioni diplomatiche ed economiche con la Georgia, sostenendo costantemente la sua sovranità, integrità territoriale e aspirazioni. Questo supporto è anche collegato alla stabilità complessiva della più ampia regione del Mar Nero e del Caucaso, che è strategicamente importante per la sicurezza europea.
L’Italia vanta profondi legami storici e culturali con l’Armenia[24], derivanti da antiche connessioni romane e un patrimonio cristiano condiviso. L’Italia è stata una delle prime nazioni a riconoscere l’indipendenza dell’Armenia e ha costantemente evidenziato il genocidio armeno, promuovendo una relazione diplomatica unica ed empatica fondata sulla storia e sui valori condivisi.
L’Italia è attivamente coinvolta nella promozione di scambi culturali ed educativi in tutta la regione. Ciò include programmi accademici, eventi culturali e iniziative volte a preservare il patrimonio condiviso. Ad esempio, l’esperienza italiana nel restauro culturale è molto apprezzata in Azerbaijan, contribuendo a un clima di buona volontà a lungo termine e influenza diplomatica.[25]
Conclusioni
Si possono immaginare differenti scenari per il Caucaso meridionale il più probabile è che rimanga una zona di intensa competizione tra potenze esterne. L’influenza russa probabilmente continuerà a diminuire, mentre quella turca si espanderà. L’Azerbaigian bilancerà attentamente le sue relazioni per massimizzare i guadagni, mentre Armenia e Georgia approfondiranno ulteriormente il loro allineamento con partner alternativi. I driver principali sono le questioni irrisolte persistenti, l’alta posta in gioco dei corridoi di trasporto e la continua divergenza strategica degli interessi tra stati regionali e potenze esterne. I rischi includono rinnovati scontri di confine, instabilità politica interna e potenziale competizione per procura.
In un secondo scenario, nonostante la competizione esterna, i tre stati del Caucaso Meridionale compiono alcuni progressi verso una cooperazione pragmatica, specialmente su questioni economiche e di trasporto, spinti da benefici reciproci e incentivi esterni.
L’ultimo scenario vedrebbe questioni irrisolte, interferenze esterne o instabilità politica interna portare a una significativa escalation dei conflitti esistenti o all’emergere di nuovi. I driver potrebbero essere il fallimento dei negoziati di pace, una rinnovata spinta per cambiamenti territoriali o un crollo dell’ordine politico interno. Le conseguenze includerebbero gravi interruzioni economiche, crisi umanitarie e potenziali ricadute regionali che coinvolgerebbero direttamente le potenze esterne.
Infine l’impegno dell’Italia con il Caucaso Meridionale si configurerà altamente pragmatico, diversificato e profondamente intrecciato con la sicurezza energetica nazionale, la prosperità economica e gli obiettivi strategici più ampi nel contesto europeo e mediterraneo.
I forti legami bilaterali, in particolare la partnership energetica fondamentale con l’Azerbaigian, consolidano la posizione dell’Italia come attore europeo chiave nella regione. Allo stesso tempo, i profondi legami storici e culturali forniscono una base unica per un forte impegno diplomatico e cooperativo con l’Armenia, posizionando l’Italia come una voce significativa nelle dinamiche geopolitiche della regione del Caucaso Meridionale. La traiettoria futura della regione sarà modellata dalla complessa interazione di questi molteplici interessi internazionali e dalle scelte strategiche fatte dagli stessi stati del Caucaso Meridionale.
Caucaso meridionale in cifre
Paese | Popolazione (milioni) | Superficie (km²) | Prodotto Interno Lordo PIL USD miliardi | PIL Pro Capite USD migliaia |
Azerbaijan | 10.2 | 86,6 | 85.0 | 8,33 |
Armenia | 2.8 | 29,743 | 29.5 | 10,54 |
Georgia | 3.7 | 69,7 | 35.0 | 9,46 |
Totale/Media | 16.7 | 186,043 | 149.5 | 8,952 (media) |
[1] https://www.crisisgroup.org/content/nagorno-karabakh-conflict-visual-explainer
[2] https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2023)747919
[3] https://www.atlanticcouncil.org/blogs/turkeysource/time-to-adjust-the-us-approach-to-the-south-caucasus/
[4] https://static.rusi.org/retying-the-caucasian-knot-russias-evolving-approach-to-the-south-caucasus.pdf; https://carnegie.ru/commentary/85811
[5] https://www.ifri.org/sites/default/files/2025-01/ifri_giuashvili_eu_georgia_strategic_test_2025.pdf
[6] https://www.vision-gt.eu/news/middle-corridor-a-new-key-hub-for-central-asia/
[7] https://www.econstor.eu/bitstream/10419/302982/1/AIJES-6441-2021.pdf
[8] https://apri.institute/wp-content/uploads/2024/11/The-geopolitical-future_For_web-1.pdf
[9] https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10758216.2024.2386996?scroll=top&needAccess=true#abstract
[10] https://caucasusedition.net/trump-2-0-will-the-south-caucasus-see-more-engagement-or-neglect/
[11] https://www.swp-berlin.org/publikation/turkey-in-the-black-sea-region
[12] https://www.orfonline.org/research/the-geopolitical-aspects-of-the-india-armenia-partnership
[13] https://blogs.timesofisrael.com/azerbaijan-israel-strategic-partnership-proves-its-worth/
[14] https://jamestown.org/program/russia-and-iran-combat-diverging-interests-in-south-caucasus/
[15] https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-security/diversification-gas-supply-sources-and-routes_en
[16] https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/stronger-europe-world/global-gateway_en
[17] https://www.europarl.europa.eu/factsheets/en/sheet/172/three-eastern-partnership-neighbours-in-the-south-caucasus
[18]https://www.researchgate.net/publication/369159467_Trade_Flows_Between_the_European_Union_and_the_Eastern_Partnership_Countries_Dynamics_and_Prospects
[19] https://ambbaku.esteri.it/it/italia-e-azerbaigian/rapporti-politici/accordi-bilaterali/
[20]https://bari.repubblica.it/cronaca/2023/01/30/news/gasdotto_tap_capacita_aumenta_a_12_miliardi_metri_cubi_anno-385750077/
[21] https://www.infomercatiesteri.it/dove_investire.php?id_paesi=120#
[22] https://www.infomercatiesteri.it/scambi_commerciali.php?id_paesi=120
[23] https://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=120
[24] https://www.opiniojuris.it/opinio/le-relazioni-tra-italia-e-armenia-intervista-allambasciatore-di-riso/
[25] https://www.notiziegeopolitiche.net/azerbaijan-un-nuovo-passo-nel-coinvolgimento-italiano-nella-ricostruzione-dei-territori-liberati/