Author: Alberto Cossu – 15/05/2025
Il Cosmodromo di Baikonur tra geopolitica e sovranità: il nodo spaziale nelle relazioni Russia-Kazakistan
Analisi del ruolo strategico di Baikonur nel contesto post-sovietico e delle dinamiche bilaterali tra Mosca e Astana
Autore: Alberto Cossu 15/05/2025
Abstract
Il Cosmodromo di Baikonur, storico centro di lancio spaziale sovietico ora situato in Kazakistan, è oggi un elemento chiave nelle relazioni tra Russia e Kazakistan. Questo report analizza le implicazioni geopolitiche della gestione congiunta del sito, il bilanciamento tra sovranità nazionale kazaka e interessi strategici russi, e le prospettive future di un’infrastruttura che continua a influenzare la politica spaziale eurasiatica. Baikonur si configura come simbolo di continuità imperiale, ma anche come campo di prova per una cooperazione post-sovietica sempre più fluida e competitiva.
1. Introduzione: uno spazioporto e il suo peso strategico
Costruito nel 1955, Baikonur è il più antico e ancora oggi uno dei più attivi cosmodromi al mondo. Fu teatro dei grandi successi sovietici nello spazio — dal primo satellite artificiale (Sputnik, 1957) al primo volo umano orbitale (Gagarin, 1961). Con la fine dell’URSS nel 1991, il cosmodromo è passato sotto giurisdizione territoriale kazaka, aprendo una nuova fase in cui tecnologia, diplomazia e geopolitica si intrecciano.
2. Il regime di affitto e la diplomazia dello spazio
Nel 1994 Russia e Kazakistan hanno sottoscritto un accordo trentennale (poi esteso al 2050) che consente a Mosca l’utilizzo esclusivo del cosmodromo in cambio di un affitto annuale di circa 115 milioni di dollari. La città di Baikonur, con una popolazione mista russo-kazaka, è amministrata direttamente da Mosca, con status speciale.
Questa soluzione rappresenta una forma peculiare di sovranità condivisa. Il Kazakistan mantiene il possesso territoriale, ma la Russia esercita un controllo operativo quasi totale. Questo equilibrio ha permesso continuità nell’uso del sito, ma ha anche generato tensioni legate a interessi divergenti.
3. Frizioni bilaterali: ecologia, controllo e autonomia
Le principali aree di attrito includono:
- Impatto ambientale: l’uso del combustibile heptil nei razzi Proton ha causato danni ambientali documentati. Il Kazakistan ha protestato in varie occasioni, imponendo limiti e sospensioni temporanee dopo lanci falliti.
- Controllo amministrativo: Astana ha chiesto maggiore coinvolgimento nelle decisioni tecniche e gestionali. Le richieste si sono scontrate con la resistenza di Roscosmos e delle autorità russe, restie a cedere margini decisionali.
- Progetti congiunti falliti o in stallo: il progetto Baiterek, volto a costruire una nuova rampa per i razzi Angara, ha subito numerosi ritardi. La parte kazaka ha denunciato mancanza di trasparenza e squilibri nei costi.
4. Il programma spaziale kazako e la ricerca dell’autonomia
Negli ultimi anni, il Kazakistan ha sviluppato una propria strategia spaziale nazionale, fondando l’Agenzia KazCosmos e lanciando satelliti come KazSat. Il Paese ha anche formato astronauti propri e avviato collaborazioni con attori esterni, tra cui l’ESA, Airbus e la Cina.
Tuttavia, la dipendenza infrastrutturale da Baikonur limita l’autonomia kazaka. L’assenza di un cosmodromo interamente nazionale e i vincoli dell’accordo con Mosca rendono difficile una piena emancipazione tecnologica nel breve termine.
5. La strategia russa: da Baikonur a Vostočnyj
Dal 2010, la Russia ha avviato la costruzione del cosmodromo di Vostočnyj nell’Estremo Oriente, per ridurre la dipendenza da Baikonur. Tuttavia, ritardi cronici e costi elevati hanno impedito finora il passaggio completo.
Baikonur resta quindi una risorsa indispensabile per il programma russo con equipaggio (in particolare le Soyuz verso la ISS). Tuttavia, il piano a medio termine è chiaro: contenere il peso politico del Kazakistan e concentrare il controllo spaziale all’interno dei confini russi.
6. Geopolitica dello spazio eurasiatico
Il controllo di Baikonur ha rilevanza anche nel contesto della nuova competizione multipolare:
- Soft power russo: mantenere Baikonur è una forma di proiezione simbolica dell’eredità sovietica. È parte della narrativa di continuità storica e grandezza tecnologica.
- Strategia kazaka di bilanciamento: Astana punta a una diplomazia multivettoriale. Oltre alla Russia, il Kazakistan intrattiene rapporti con Cina, Turchia e Unione Europea, sfruttando Baikonur come asset negoziale.
- Influenza cinese: Pechino ha mostrato interesse per cooperazioni spaziali in Asia Centrale. L’integrazione del programma spaziale kazako nella Belt and Road Initiative è una possibilità concreta.
7. Conclusioni: Baikonur come barometro geopolitico
Baikonur è oggi più di una base di lancio: è un nodo strategico tra passato imperiale e futuro multipolare, tra integrazione eurasiatica e sovranità nazionale. La sua sorte dipende da:
- Tempi e costi della piena operatività di Vostočnyj;
- Capacità kazaka di costruire un’alternativa tecnologica nazionale;
- Evoluzione delle relazioni Russia-Kazakistan in un contesto regionale instabile.
Il cosmodromo resterà dunque un indicatore chiave per comprendere l’equilibrio geopolitico post-sovietico, non solo nello spazio fisico, ma in quello simbolico e diplomatico dell’Eurasia.
Fonti e riferimenti
- Treaty between the Government of the Russian Federation and the Republic of Kazakhstan on the lease of the Baikonur Complex (1994, esteso al 2050).
- Roscosmos official communications, 2021–2024.
- KazCosmos reports and space strategy outlines, 2012–2023.
- Bartenev, V. (2020), Russia’s Post-Soviet Technological Continuity and Dependence, Eurasian Studies Journal.
- Zhao, H. (2022), China-Kazakhstan Cooperation in Space: Belt and Road and Beyond, Belt and Road Quarterly.

The Baikonur Cosmodrome Between Geopolitics and Sovereignty: A Strategic Node in Russia–Kazakhstan Relations
An analysis of Baikonur’s strategic role in the post-Soviet context and bilateral dynamics between Moscow and Astana
Abstract – The Baikonur Cosmodrome, a historic Soviet launch site now located in Kazakhstan, remains a key component in Russia–Kazakhstan relations. This report analyzes the geopolitical implications of the site’s joint management, the balance between Kazakhstan’s national sovereignty and Russia’s strategic interests, and the future prospects of a spaceport that continues to shape Eurasian space policy. Baikonur stands not only as a technological legacy but also as a testing ground for evolving post-Soviet cooperation.
1. Introduction: A Launch Site with Strategic Weight
Built in 1955, Baikonur is the oldest and still one of the most active spaceports in the world. It was the launch site of the Soviet Union’s major space milestones — from the first artificial satellite (Sputnik, 1957) to the first human spaceflight (Gagarin, 1961). After the Soviet Union’s dissolution in 1991, Baikonur found itself within Kazakhstan’s sovereign territory, opening a new chapter where technology, diplomacy, and geopolitics intersect.
2. Leasing the Stars: Space Diplomacy in Practice
In 1994, Russia and Kazakhstan signed a 30-year agreement (later extended to 2050) that allows Moscow to lease and operate the Baikonur Cosmodrome for an annual payment of around $115 million. The city of Baikonur, with a mixed Russian-Kazakh population, is directly administered by Russia under special status.
This arrangement represents a unique form of shared sovereignty. Kazakhstan retains territorial ownership, but Russia exercises operational control. This compromise has ensured functional continuity but has also led to political and environmental tensions.
3. Bilateral Frictions: Ecology, Authority, and Autonomy
Tensions between the two states have emerged in several areas:
- Environmental concerns: The toxic heptyl fuel used in Proton rockets has caused repeated environmental damage. Kazakhstan has protested on several occasions, even temporarily suspending launches after accidents.
- Administrative control: The Kazakh government has pushed for greater involvement in managing the site. These initiatives have met resistance from Roscosmos and Russian authorities unwilling to reduce their influence.
- Joint projects in limbo: The Baiterek project, a joint effort to upgrade Baikonur’s infrastructure to accommodate new Angara rockets, has suffered from delays and financial disagreements. Kazakh officials have criticized the lack of transparency and imbalance in costs.
4. Kazakhstan’s National Space Vision
In recent years, Kazakhstan has launched its own national space strategy. It founded KazCosmos, developed its own satellite fleet (KazSat), and trained Kazakh cosmonauts. The country has also pursued partnerships with France (Airbus), the EU, and China.
However, Kazakhstan’s efforts to build an autonomous space capability are constrained by continued reliance on Baikonur. The lack of a fully national launch site and long-term leasing agreements with Russia limit Astana’s strategic independence.
5. Russia’s Long-Term Plan: From Baikonur to Vostochny
Since 2010, Russia has been building the Vostochny Cosmodrome in the Russian Far East to reduce dependence on Baikonur. Yet, delays and cost overruns have stalled the transition.
As of now, Baikonur remains indispensable for crewed space missions (especially Soyuz launches to the ISS). However, Moscow’s long-term goal is clear: consolidate control over space infrastructure within national borders, minimizing foreign leverage.
6. The Geopolitics of Eurasian Space
Baikonur plays a central role in the broader multipolar dynamics of Eurasia:
- Russian soft power: Control of Baikonur symbolizes continuity with the Soviet past. It is a cornerstone of Russia’s technological prestige and a projection of influence.
- Kazakhstan’s balancing act: Astana practices a multivector foreign policy. By maintaining ties with Russia, China, Turkey, and the EU, it uses Baikonur as a bargaining chip and strategic asset.
- China’s growing interest: Beijing sees potential in expanding space cooperation with Central Asia. Integrating Kazakhstan into the Belt and Road Initiative’s space component could reshape regional alignments.
7. Conclusion: Baikonur as a Geopolitical Barometer
Baikonur is more than a launchpad — it is a strategic crossroads between imperial legacies and multipolar futures. Its fate will depend on:
- Russia’s progress in building and operating Vostochny;
- Kazakhstan’s ability to develop alternative national infrastructure;
- The stability of Russia–Kazakhstan relations in a volatile regional context shaped by the war in Ukraine, rising nationalism, and Chinese influence.
Ultimately, Baikonur remains a critical indicator of post-Soviet geopolitical dynamics — both in the physical realm of space and in the symbolic architecture of Eurasian diplomacy.
Sources and References
- Treaty between the Government of the Russian Federation and the Republic of Kazakhstan on the lease of the Baikonur Complex (1994, extended to 2050).
- Roscosmos official communications, 2021–2024.
- KazCosmos strategic reports, 2012–2023.
- Bartenev, V. (2020), Russia’s Post-Soviet Technological Continuity and Dependence, Eurasian Studies Journal.
- Zhao, H. (2022), China-Kazakhstan Cooperation in Space: Belt and Road and Beyond, Belt and Road Quarterly.
